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Sifilide

La sifilide è un’infezione dovuta a un batterio. È la terza IST più frequente in Europa dopo l’infezione da clamidia e la gonorrea, mentre si colloca al quarto posto nel mondo dopo le infezioni da Trichomonas vaginalis, da clamidia e la gonorrea.

I Sintomi

Il periodo di incubazione varia da 1 a 12 settimane. La malattia si sviluppa secondo diversi stadi. In particolare:

  • STADIO PRIMARIO: 10-90 giorni dopo il contagio compare un’ulcera (sifiloma) sui genitali, sull’ano, in bocca o in gola. Questa scompare in pochi giorni o al massimo in 3-6 settimane, ma la malattia continua il suo corso senza dare segni visibili. Se l’infezione non è trattata in questa fase, evolve verso lo stadio secondario.
  • STADIO SECONDARIO: tra i 2 e i 6 mesi dopo il contagio compaiono sulla pelle macchie rosate di varia forma, chiamate roseola sifilitica. Se non viene trattata la malattia evolve verso lo stadio latente.
  • STADIO LATENTE: dopo la scomparsa delle macchie sulla pelle inizia un periodo chiamato latente in cui non ci sono sintomi. Questo periodo può durare fino a due anni. In questo stadio la maggior parte delle persone, se correttamente trattate, guarisce. In mancanza di corretta terapia, si può arrivare allo stadio tardivo della malattia.
  • STADIO TARDIVO: si può presentare molti anni dopo il contagio (10- 30 anni) se la malattia non viene trattata; può causare danni a tutti gli organi, principalmente a cuore, cervello, cute, ossa, fegato e arterie.
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La Terapia

La sifilide viene trattata con antibiotici specifici prescritti dal medico.
È importante non avere rapporti sessuali sino alla fine della cura per evitare di infettarsi di nuovo. Inoltre, la terapia deve essere seguita da entrambi i partner per essere sicuri di non passarsi nuovamente il batterio.
Tutti i partner con i quali si sono avuti rapporti sessuali nel mese precedente devono essere avvisati e indirizzati a uno specialista per essere visitati e, se necessario, curati.

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Il Contagio

L’infezione si trasmette attraverso tutti i tipi di rapporti sessuali (vaginali, anali od orali) e può anche essere trasmessa dalla madre infetta al nascituro durante la gravidanza, il parto e l’allattamento.

Le Complicanze

Se non viene trattata, l’infezione può evolvere fino allo stadio tardivo e determinare danni ad organi importanti.

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La Diagnosi

Per entrambi i sessi l’infezione viene diagnosticata attraverso test di laboratorio che possono essere eseguiti sul sangue, su un tampone rettale o faringeo e su un campione di urina; per la donna il test può essere effettuato anche su un tampone cervicale e per l’uomo su un tampone uretrale o sullo sperma.
È opportuno fare il test dopo circa 10-90 giorni da un rapporto sessuale non protetto.

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La Prevenzione

Seguire “le regole del sesso sicuro” (cioè usa correttamente il preservativo, riduci il numero dei partner sessuali e resta sempre lucido/a nelle tue scelte quando intendi avere un rapporto sessuale).
È raccomandato fare un test per clamidia nelle donne in gravidanza.
È importante effettuare tatuaggi o piercing unicamente in centri specializzati.

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